Chi sta con Maranghi (Prima Comunicazione)

Intorno a Maranghi e alla sua Mediobanca movimenti di giornali e giornalisti – Come va “Mercati &Finanza” – Il potenziamento di “Repubblica” e l’esordio della free press nell’informazione finanziaria

Lorenza Pigozzi tra Mediobanca e giornalisti – La notizia è arrivata via posta elettronica ad alcuni giornalisti il 21 gennaio e sarebbe rimasta una curiosità da addetti ai lavori se il 30 gennaio Il Giornale non l’avesse pubblicata con iltitolo “E Piazzetta Cuccia affida a una donna  i suoi “silenzi” stampa”. L’articolo, firmato Andrea Zini (cioè da Paolo Madron, firma di punta delle pagine di economia e finanza del Giornale e di Panorama), annuncia che Fulvio Coltorti ha lasciato a Lorenza Pigozzi il compito di tenere i rapporti tra Mediobanca e i giornalisti. Chi segue per lavoro le vicende della più importante banca d’affari italiana sa che nel concreto non cambia nulla: Coltorti continuerà a fare quello che ha sempre fatto, cioè il responsabile dell’ufficio studi di Mediobanca, lasciando l’incarico formale di interloquire con la stampa alla signora Pigozzi che da un anno e mezzo è la Knowledge Management Department di Mediobanca (in precedenza lavorava alla Imi). Tanto, a fornire le comunicazioni ai cronisti che presidiano nei momenti cruciali Piazzetta Cuccia sarà il presidente del patto di sindacato Pier Gaetano Marchetti (come già faceva Ariberto Mignoli)
Mentre continuerà a parlare con i giornalisti che contano Alberto Nagel, uno dei direttori centrali di Mediobanca, a cui l’amministratore delegato Vincenzo Maranghi ha affidato l’onere, diventato ancor più delicato nel momento in cui Mediobanca è al centro di uno degli scontri più duri tra quei poteri forti di cui un tempo era la quintessenza.

Chi sta con Maranghi, chi con gli altri –  Ovviamente, in questa situazione, che si intreccia anche con le vicende Fiat, il gioco “chi sta con chi” va per la maggiore. E riguarda anche l’informazione. Dalla parte di Maranghi sono decisamente schierati Giornale e Panorama (non potrebbe essere che così, considerati i legami e gli interessi della famiglia Berlusconi), Libero (Francesco Cossiga – o il suo alias Mauri che scrive sul quotidiano di Feltri – sembra stia facendo da mediatore fra le parti in lizza) e Il Sole 24 Ore (i più maliziosi affermano che il  posizionamento favorirebbe il direttore Guido Gentili nella corsa alla successione di Ferruccio  De Bortoli al Corriere).

Lo schieramento contro – Veniamo al fronte opposto che ruota attorno all’asse Cesare Geronzi (presidente di Capitalia), Antonio Fazio (governatore della banca d’Italia)  e Paolo Fresco, e che, soprattutto nella vicenda Fiat, vede come alleati il Gruppo Intesa di Bazoli-Passera e una parte di Unicredito di Alessandro Profumo, perché Fabrizio Palenzona, membro del comitato esecutivo e di quello di presidenza del gruppo, è più favorevole a Maranghi. Le ragioni di questo schieramento sono sostenute da Mf e dalle testate del gruppo Class (sensibili alle posizioni di Capitalia, e da sempre antipatizzanti nei confronti di Mediobanca), e da Repubblica (le tre nuove pagine di finanza hanno esordito con il documento riservato che ridistribuisce i ruoli all’interno della banca).
Il quotidiano diretto da Ezio Mauro può anche contare su Giuseppe Turani, battitore libero in gran spolvero. Più comprensivo con le posizioni dei vertici di Mediobanca sembrava L’Espresso fino al numero datato 6 febbraio, nel quale Massimo Mucchetti parla di un “Maranghi alla resa dei conti” e descrive il pressing di Unicredito e Geronzi per “licenziare il banchiere più potente d’Italia”.
Il neonato Mercati & Finanza dà un colpo di qua e uno di là, come fa Il Foglio in linea con la politica bipartisan di Giuliano Ferrara che lascia liberi di esprimersi il responsabile economia Oscar Giannino, ex repubblicano della covata di Giorgio La Malfa da sempre vicino all’istituto fondato da Enrico Cuccia, e il collaboratore Enrico Cisnetto, che nella rubrica del venerdì mena fendenti contro Maranghi, sottolineando anche la voglia di autonomia delle famiglie del capitalismo italiano, come i Pesenti e i Ligresti. Il Messaggero, da parte sua, sta alla larga da quanto accade in Piazzetta Cuccia, anche se Pier Ferdinando Casini, uno dei principali punti di riferimento politici, ha rapporti privilegiati con Geronzi e con Fazio.
Un discorso a parte lo merita il Corriere della Sera, che nella vicenda Mediobanca è direttamente interessato, visto che la lotta per il controllo della testata ha più o meno gli stessi protagonisti. Molto clamore ha destato lo spazio dedicato a Corrado Passera, amministratore delegato del Gruppo Intesa, con un’intervista che ha irritato il superministro dell’Economia, Giulio Tremonti, poco disposto a farsi dare lezioni. Oltretutto, rispetto all’intervento in Iraq, Passera ha espresso alcune posizioni che sono state sostanzialmente riprese nell’editoriale “Le ragioni per dire no” – pubblicato domenica 9 febbraio a firma Ferruccio de Bortoli – e che coincidono con il pensiero di una certa finanza cattolica, di cui il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, è un esponente di primo piano.

Osvaldo De Paolini dà i numeri – Gli editori di Mercati&Finanza, il nuovo quotidiano diretto da Osvaldo De Paolini , danno i primi numeri : “Mai andati al di sotto delle 9mila copie vendute in edicola nel primo mese di pubblicazioni,  con il picco massimo di 55mila copie raggiunto il 14 gennaio, primo giorno di uscita”, dicono a Editori per la Finanza. “Siamo soddisfatti e tranquilli. Anche gli abbonamenti stanno procedendo per il meglio e contiamo di arrivare a 2500-3mila entro giugno. Per la fine del 2003 l’obiettivo più che realistico è un venduto in edicola  di 10-12mila copie e 8-10mila diffuse in abbonamento”. La concorrenza considera questi dati gonfiati. Comunque, al di là dei numeri, il nuovo prodotto si è conquistato a forza di notizie (per esempio, ha anticipato il passaggio di poteri all’interno dell’accomandita della famiglia Agnelli e l’incoronazione di Umberto Agnelli, oltre al progetto per accorciare la catena di controllo Seat-Telecom) una visibilità e un interesse negli ambienti finanziari. Anche in questo caso, la concorrenza sottolinea una certa forzatura nei toni dell’informazione del nuovo quotidiano.

I commenti sulla nuova testata – L’esordio di Mercati&Finanza è stato accompagnato dagli auguri dell’amministratore delegato del più grande gruppo bancario italiano, Corrado Passera, ad di Gruppo Intesa particolarmente sensibile alle iniziative editoriali, ha scritto a De Paolini: “Caro direttore, ho letto con apprezzamento e interesse il vostro primo numero. Ogni iniziativa che contribuisce alla crescita del dibattito economico e delle tematiche di mercato è preziosa e va salutata con un augurio di pieno successo”. In via Romagnosi a Milano, alla Fondazione Cariplo, il direttore delle relazioni esterne del gruppo Intesa, Stefano Lucchini, aggiunge alcune considerazioni  sull’informazione di settore: “A parte il fatto che per gli uffici stampa ci sarà del lavoro in più, credo che sia positivo avere una pluralità di informazioni: è un modo per creare fiducia nei risparmiatori e nei consumatori. La mia idea è che trasparenza e fiducia debbano andare di pari passo. Direi che su questo punto i media hanno una grande responsabilità: sono il punto di gravità, di equilibrio del sistema”.
I banchieri di Capitalia preferiscono non sbilanciarsi. Le ragioni sono ovvie. Visto che Eraldo Gaffino, uno dei fondatori di Editori per la Finanza, editrice della nuova testata, è stato per anni portavoce della ex banca di Roma e del suo numero uno, Cesare Geronzi, erano subito circolate indiscrezioni di vario genere, in particolare l’ipotesi che dietro la nuova iniziativa editoriale ci fosse proprio Capitalia. Una voce smentita seccamentee in più occasioni da Osvaldo De Paolini e in via ufficiosa anche dallo stesso istituto di credito romano. Comunque, Gigi Barone, responsabile dell’Area relazioni esterne di Capitalia, sollecitato a un commento sulla nuova testata non si tira indietro: “Se la scommessa era sulla capacità di trovare notizie, la stanno vincendo”, dichiara. “Con la concorrenza che c’è, posizionarsi su questo terreno non è facile. Bisognerà vedere se riusciranno a tenere il passo”. Dica la sua anche un avvocato d’affari di primo piano schierato sul fronte riformista: “È stata saggia la scelta di non competere con Il Sole 24 Ore sui servizi tecnici, ma gli spazi per un altro quotidiano economico si restringono sempre di più: nonostante le trasformazioni il mercato finanziario italiano è sempre poca roba, tanto più in una fase in cui la crisi sembra non finire mai”.
Che cosa ne dicono i giornalisti – Tra i giornalisti si raccolgono giudizi talmente opposti ( dal “Finalmente!” a “E’ un flop”) da pensare che non si parli del merito, ma del giudizio e delle speranze di tifosi. E tra i critici c’è chi ridicolizza l’ultima pagina del Giornale, definendola “la pagina dei trombati”, riferendosi ad alcuni commenti firmati da molti ex, come il finanziere Alfonso Desiata, Sergio Siglienti (ex Comit) e Marcello Inghilesi (ex Ice, ex Enel).
Molti opinion maker, inoltre, si domandano quando la rubrica “Finanza & Politica”, firmata da Lodovico Festa in prima pagina e annunciata come uno dei punti di forza del giornale, abbandonerà il low profile per affrontare i veri nodi dell’intreccio tra i poteri. Più distaccati i giudizi dei corrispondenti stranieri. Andrea Morawsky, della francese La tribune, fa un po’ le pulci a Mercati &Finanza: “Niente da dire sulla veste grafica e la scansione delle notizie, che ti fa subito capire che cosa sta succedendo, ma mi aspettavo qualche cosa di diverso”, spiega. “Insomma, la sfida tra i giornali italiani di settore avviene sempre e solo sulla notizia. Manca, invece, qualcuno che ti dia una chiave di lettura degli avvenimenti”. È un po’ la stessa posizione di Robert Galbraith di Financial News: “Ci vorrebbe una sorta di “Lex Column” che, come sul Financial Times, vada oltre i rumor e le notizie e ficchi il naso nei conti aziendali, soprattutto in questo momento che, come insegnano i crack dei grandi gruppi internazionali, i bilanci riservano una quantità di brutte sorprese”. A Editori Perla Finanza ribattono che i momenti di riflessione e di analisi vengono affidati al settimanale Borsa&Finanza e al sito Internet: “Sogno di poter fare come Barron’s, che nel febbraio 2000 con una tabella dimostrò come fosse imminente lo scoppio della bolla di Internet”, afferma Ugo Bertone, vice direttore del quotidiano e responsabile del settimanale e dell’informazione web, oltre che socio del gruppo editoriale. Intanto, mentre l’informazione economica di tutto il mondo sta perdendo le residue illusioni di una ripresa a breve termine e prepara la comunità degli affari al peggio in vista di una guerra di lunga durata in Iraq, in Italia è un fiorire di nuove iniziative editoriali nel settore dell’informazione economica e finanziaria.

Il nuovo settimanale di Madron – Tre le possibili date d’uscita (28 marzo, 5 e 12 aprile) per il nuovo settimanale – il nome di lavoro è Panorama Soldi – che la Mondadori ha affidato a Paolo Madron per coprire un settore informativo scoperto. Alla casa editrice di Segrate si parla del progetto come di un mix tra informazione finanziaria (la nuova testata potrà attingere anche ai servizi dell’Economist) e l’economia personale, un po’ come l’edizione francese di Capital. Madron è una sorta di cane da tartufo per quanto riguarda le notizie sulla finanza. Invece, è nuovo all’informazione di servizio. Comunque, il settimanale mondadoriano dovrà sgomitare per trovare spazio in un’area presidiata, oltre che da Milano Finanza e dal Mondo (il settimanale diretto da Gianni Gambarotta, che già può contare sul traino dall’abbinamento con il Corsera, annuncia un rafforzamento), anche da Corriere Economia e Affari&Finanza, i due supplementi del lunedì dei due maggiori quotidiani italiani, Corriere della Sera e Repubblica. Madron ha già iniziato a formare la sua squadra di giornalisti di cui fanno parte: il caporedattore Angelo Allegri (ex caporedattore a Capital e al Mondo prima di diventare responsabile ufficio stampa e comunicazione interna di Mondadori); Mikol Belluzzi, ex direttore del settimanale Bloomberg Investimenti, arrivata a Segrate insieme al suo ex caporedattore Roberta Caffaratti. Altre assunzioni riguardano Ilaria Molinari da Mf, Andrea Montanari da Affari italiani e il grafico Adriano Attus dal Mondo. Capo della redazione romana sarà Renzo Rosati, che con Tino Oldani era responsabile della redazione di Panorama nella capitale, con cui lavoreranno altri due redattori.

Le tre nuove pagine di “Repubblica” – Il quotidiano dell’Editoriale L’Espresso – dove ha appena iniziato a lavorare il nuovo responsabile economia Luigi Mayer (come il suo predecessore Enrico Romagna Manoja viene dall’Ansa) – ha da martedì 11 febbraio tre pagine in più. La nuova sezione, caratterizzata dalla testatina “Imprese&Mercati”, che assorbe in pratica l’informazione finanziaria del quotidiano, ha esordito con buoni colpi: oltre alle indiscrezioni su Mediobanca, quello sui possibili nuovi assetti in e.Biscom. “Imprese & Mercati” è realizzata dalla redazione milanese con il coordinamento di Roberto Rho. A rafforzare la squadra di giornalisti economici della sede del capoluogo lombardo (Gianfranco Modoio,GiorgioLonardi,Giovanni Pons e Andrea Greco) sono arrivati, oltre a Ettore Livini – che due mesi fa ha lasciato Il Sole – Walter Galbiati (ex Web System) e Luca Pagni, fino a poco fa impegnato a seguire per Repubblica la politica comunale di Milano. Tra poco dovrebbe passare al quotidiano anche Vittoria Puledda, attualmente caposervizio dell’inserto del lunedì Affari&Finanza. Con “Imprese&Mercati” si concretizza il progetto caldeggiato dall’editore Carlo De Benedettiche dovrebbe contribuire a “sromanizzare” Repubblica, dando più spazio al mondo imprenditoriale e finanziario del Nord. Un obiettivo – come ha spiegato anche il direttore Ezio Mauro in una visita alla sede Milanese di Via de Alessandri – a cui devono puntare i dossier sul lavoro, le nuove flessibilità e gli interventi di Ilvo Diamanti (il sociologo dovrebbe collaborare anche con il governo della Regione Campania, presieduto da Antonio Bassolino).

“Il Sole” mette base a Napoli – Sarà invece dedicato al Sud il nuovo dorso del Sole 24 Ore che riserva iniziative analoghe a Nord Est, Nord Ovest e Centro. A volerlo è il presidente di Confindustria e, quindi, editore del quotidiano Antonio D’Amato. Candidato ad assumere le redini di una nuova redazione che Il Sole dovrebbe aprire a Napoli è Francesco Benucci, l’attuale portavoce del numero uno di Confindustria. C’è chi si scandalizza e grida al conflitto d’interessi. Ma sfogliando i dorsi locali del Sole (vetrina per le iniziative degli imprenditori locali), si può subito capire che non sono certo il palcoscenico che può consentire a D’Amato, arrivato all’ultimo anno del suo mandato, di continuare ad avere visibilità nazionale.

Magnaschi, Romagna Manoja, Bechis e la “patatina” – C’è, invece, chi sta sollevando una questione di conflitto di interessi per il direttore dell’Ansa, Pierluigi Magnaschi, che continua a mantenere cariche sociali nel gruppo Class, dove Enrico Romagna Manoja, neodirettore di Mf e di Milano Finanza, ha confidato ad amici che vorrebbe accanto a sé un vicedirettore e un caporedattore a coprire la piazza di Roma, una volta presidiata da Franco Bechis che, diventato direttore del Tempo, a proposito dell’affare  Berlusconi-Sme titola che il presidente del Consiglio rischia per la “patatina” (la chips, ben inteso).

“Metro” si mette con “Wall Street Italia” – Mercoledì 5 febbraio i 400mila milanesi e romani che ogni mattina leggono gratuitamente Metro hanno trovate inserite otto pagine di Wall Street Italia, inserto che si propone di spiegare al grande pubblico le principali notizie economico-finanziarie della settimana. “La linea editoriale che può essere riassunta nello slogan della nostra campagna promozionale: Colaninno, Gnutti, Romiti? No, grazie. Parliamo di voi. Scriviamo per voi”, spiega il direttore editoriale ed editore Luca Ciarrotta, ex giornalista di Mf, Milano Finanza, Ansa e Giornale, che ha anche collaborato con le testate del Gruppo Editoriale L’Espresso. “Abbiamo un approccio dal basso dell’economia e della finanza, fornendo ai lettori un’informazione d’uso scandita in una sequenza di sezioni: banche e assicurazioni, fondi, obbligazioni, azioni, pensioni, famiglia & fisco, casa”. L’iniziativa è frutto della joint venture tra Edizioni Metro (società italiana controllata dalla Metro International, editore di 23 testate quotidiane gratuite pubblicate in 16 lingue, e Wall Street Italia,società dot.com con base all’Empire State Building di New York, fondata, presieduta e amministrata dallo stesso Ciarrocca, che ha deciso di mettere a frutto l’esperienza di cinque anni nell’editoria economica on line con il sito www.wallstreetitalia.com. I ricavi della nuova iniziativa provengono esclusivamente dalla raccolta pubblicitaria (concessionaria è Publikompass): i primi cinque numeri del settimanale sono stati acquistati per intero da sponsor, come Credit Suisse, FastWeb, Ing Direct (il gruppo che gestisce Conto arancio). Nella società editrice newyorkese era presente fino al luglio 2002 con il 30,24% Hdpnet, in cui erano concentratele attività di new media di Hdp,la holding che controlla la Rcs Editori e, quindi,anche il quotidiano gratuito City. Ora la partecipazione è passata a Dada, l’Internet company in cui è confluita Hdpnet. In Wall Street Italia, la cui maggioranza rimane a Ciarrocca, è presente con un 10% il gruppo venezuelano Cisneros, protagonista in partnership con American Online della diffusione del web in Sud America, che sembra molto interessato a sviluppare iniziative con Metro International nel subcontinente. Nella società di Ciarrocca è entrato Fabrizio Tedeschi,50 anni, ex responsabile della divisione intermediari della Consob a Milano. L’ex pupillo di Gian Mario Roveraro, noto finanziere vicino all’Opus Dei, diventa anche amministratore delegato della Wall Street Italia srl con il compito di tenere i contatti con il mondo finanziario milanese. Il direttore di Wall Street Italia è Carlo Lazzari, ex vice caporedattore economia del Messaggero, dove era collega di Fabrizio Paladini, direttore di Metro. E proprio dal rapporto tra i due giornalisti è lievitata la partnership editoriale, idea dello stesso Lazzari. Alla realizzazione del giornale collabora il quotidiano napoletano Il Denaro.

Luciano fa “Europiù” per i clienti Bpm – L’altro matrimonio tra free press e informazione economica e finanziaria ha dato vita a Europiù, settimanale diffuso in 100mila copie ai clienti del gruppo Bpm, Banca popolare di Milano. L’idea è venuta a Sergio Luciano, ex capo dell’economia di La Repubblica, Il Sole 24 Ore, La Stampa, ora amministratore delegato di Editing, service editoriale da poco controllato da Hdc. Ed è stata accolta dal responsabile dei rapporti con la stampa di Bpm, Ezio Chiodini (tra l’altro ex direttore di Gente Money, oltre che caporedattore dell’inserto “Soldi” del Corriere della Sera e dell’inserto del lunedì del Sole). Otto pagine, formato tabloid, direttore responsabile Sergio Luciano, caporedattore Giancarlo Marini, Europiù (la testata, per una curiosa coincidenza, è stata registrata al tribunale di Milano il 14 ottobre 2002, come Wall Street Italia) punta anch’esso a un’informazione di servizio – ai contenuti collabora Editori Perla Finanza – che non cerca soltanto di orientare i lettori nel mercato azionario, ma li aiuta a destreggiarsi tra le trappole tributarie e tariffarie, li consiglia sul piano previdenziale, assicurativo e indica possibili vie alternative di investimento (come filatelia e arte).

Carlo Riva e Bruno Perini