Capolavoro ritrovato. Il Raffaello che ritorna è già una pagina di storia (Corriere dell’Umbria)

FOLIGNO – Si è scritta una pagina di storia e non solo per la città di Foligno. Sono il mondo dell’arte e persino i Musei Vaticani ad aggiungere alle loro vicende un nuovo capitolo che verrà richiamato per sempre. E il primo ad esserne convinto è Antonio Paolucci, direttore di quello straordinario contenitore che sono i musei papali, ma prima di tutto un sagace storico dell’arte. Così ieri i folignati hanno davvero vissuto una giornata straordinaria con l’apertura al grande pubblico della chiesa di Sant’Anna con la ritrovata “Madonna di Foligno” di Raffaello. Un sogno diventato realtà dopo un’attesa durata quasi duecento anni, costellata di richieste, appelli e suppliche. “Quando la richiesta di portare qui la “Madonna” è arrivata sul mio tavolo – ha raccontato Paolucci, il cui via libera era fondamentale – ho accettato immediatamente perché sentivo di avere un debito con Foligno: durante il terremoto io ero commissario alla Basilica di Assisi e abbiamo tentato in tutti i modi di salvare il “torrino” della torre civica del Municipio, ma non è stato possibile perché l’ultima scossa lo ha fatto cadere. Per me fu una sconfitta e oggi voglio ripagare quel debito”.

Dopo un’anteprima per le istituzioni, a palazzo Trinci davanti un pubblico foltissimo si è tenuta a battesimo l’iniziativa che ha trovato in Eni – straordinario mecenate – il catalizzatore fondamentale come ha affermato Stefano Lucchini, direttore per le relazioni internazionali e comunicazione della più grande azienda italiana e una tra le più importanti del mondo: “Riportare a Foligno dopo 200 anni uno dei capolavori di Raffaello è una grande emozione e ha per Eni un significato importante, considerato il grande successo a Milano dove 240.000 visitatori sono sfilati davanti alla Madonna di Foligno – ha detto Lucchini – Eni ama le sfide difficili e qui, grazie alla collaborazione di tutti, possiamo dire di essere riusciti nel nostro intento”.

Emozione e commozione sono i sentimenti più veri quelli che si vivono contemplando questa pala d’altare e le parole più belle ha voluto spenderle il vescovo monsignor Gualtiero Sigismondi: “Si rimane senza fiato, perché mostra la madre di Dio col volto colmo di sorpresa, specchio di un cuore carico di attesa. Inquadrata sullo sfondo del disco solare, Maria è seduta su un torno di nubi e circondata da una corona di figure angeliche, intenta a contemplare, stupita, il figlio suo. Per guardare è sufficiente un istante, ma non basta un’eternità. Questa esposizione straordinaria di uno dei più grandi capolavori di Raffaello – ha osservato il vescovo – rappresenta un sicuro investimento pastorale e una straordinaria opportunità culturale. Sono profondamente grato alle autorità vaticane e al gruppo Eni che hanno reso possibile questo evento, desiderato da tempo e concordemente preparato da tutte le istituzioni cittadine”. Parole che si legano con un filo sottile a quelle di Paolucci: “Perché la Madonna di Foligno è sempre apparsa così speciale? Perché è come una porta aperta sul Paradiso, Raffaello dipinge la bellezza del mondo visibile. Lui conosceva bene l’Umbria e qui la rappresenta nel modo più bello che c’è in pittura. Anche il volto della Madonna è bellissimo: è il viso di una donna italiana, il ritratto della fornarina fidanzata di Raffaello, la più bella ragazza di Roba. Foligno viene raffigurata al di sotto di un arcobaleno e suggerisco di utilizzare questo dettaglio come emblema della città”.

Un lungo applauso, carico di significati, ha sottolineato l’intervento di Antonio Paolucci, lui che chiosando sulla domanda se la Madonna di Foligno potrebbe tornare per sempre nella “sua” città ha risposto: “L’opera è di proprietà del Papa, che a suo tempo ha pagato per averla. Provate a chiedere a lui…”. E a parlare di giornata straordinaria è stato ovviamente il sindaco Nando Mismetti: “La Madonna di Foligno di Raffaello che torna nel luogo, il monastero di Sant’Anna, che l’ha ospitata dal 1565 al 1797, è un evento di grande rilievo culturale e di particolare significato spirituale. Qualche settimana fa, Paolucci – ha ricordato il primo cittadino folignate – in occasione dell’esposizione del dipinto a Milano lo ha definito “uno degli apici della pittura universale, oltre il quale non è possibile andare nella rappresentazione della bellezza”. In tale bellezza oggi si esalta la nostra città” ha concluso Mismetti. Monsignor Sigismondi ha infine rivelato che “in questi giorni mi permetterò di far tornare la Madonna di Foligno ad essere una pala di altare e, quando le porte saranno ancora chiuse, celebrerò messa qui davanti insieme alle sorelle del monastero”.

Insomma un’occasione storica grazie alla piena convergenza di tanti soggetti: dai Musei Vaticani ad Eni, dal Comune alla Diocesi, dalla Giostra della Quintana al monastero di Sant’Anna guidato da suor Rosa.