Milano, arrivano le “Donne ad alta quota”. Lella Golfo: “Una lobby del merito” (Affaritaliani.it)

Donne tenaci, intraprendenti, brillanti, intelligenti, di successo. La Fondazione Marisa Bellisario, nata da un’idea di Lella Golfo in memoria della prima donna manager che l’Italia ricordi, le premia dall’89. E oggi, per festeggiare i ‘primi’ 25 anni dalla nascita della fondazione, arriva a Milano, a Palazzo Reale, dopo la tappa romana, la mostra ‘Donne ad alta quota” che sarà aperta gratuitamente fino al 9 marzo.

L’esposizione, presentata da Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, insieme a Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario e curatrice dell’esposizione e da Stefano Lucchini, Direttore Relazioni internazionali e Comunicazione Eni e Consigliere Delegato Centro studi Assolombarda, riguarda ‘la memoria e il futuro dell’Italia’. La presenza di Lucchini è significativa: e’ uno dei due uomini, nella storia del premio, ad aver ricevuto il riconoscimento della ‘Mela d’Oro’. “E’ sempre stato accanto alla nostra Fondazione – ha sottolineato Golfo – . Lui c’è sempre. L’altro premiato fu Antonio Catricala’ che mi e’ stato di aiuto per la legge delle quote di genere” quella n.120 del 2011 “una legge epocale, la piu’ avanzata d’Europa, che ha iniziato a incidere nell’economia del paese. A quei tempi nei cda sedevano solo il 5,6% di donne, dopo qualche anno dalla legge la percentuale è salita al 17,4%”.
“E in futuro – azzarda Lella Golfo – speriamo di poter aprire una sezione anche agli uomini. Se lo meritano, perche’ no?” Per adesso però il premio e’ rivolto al talento femminile, come è evidente nella mostra, patrocinata dal Presidente della Repubblica, promossa dal Comune di Milano e Palazzo Reale, che ospita foto, immagini, riconoscimenti, materiali d’archivio che raccontano l’impegno della Fondazione: “una lobby del merito” come la definisce la sua presidente. La mostra si snoda in cinque sezioni e un primo suggerimento per i visitatori arriva da Stefano Lucchini.

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Andrea Bufo