E ora parte “Patti chiari” (BancaFinanza)

…la campagna di trasparenza annunciata dall’Abi per recuperare il rapporto banca-cliente. Con queste regole.

Che qualcosa non funzionasse più nel rapporto tra banche e clienti, lo aveva messo in rilievo Banca Finanza attraverso i suoi periodici sondaggi. Oggi lo conferma anche l’Abi che ha annunciato il varo, per mercoledì 15 ottobre, dell’operazione “Patti chiari”. La campagna sulla maggior trasparenza in banca, annunciata dall’Associazione bancaria italiana, durerà fino al 15 marzo del 2004 perché le novità verranno introdotte a tappe per abituare bancari e clienti a convivere con le nuove regole. Sarà senza dubbio una rivoluzione quella imposta dalla delibera del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr) del 4 marzo scorso. Era opportuna questa svolta? Senza dubbio anche perché la fiducia degli utenti nei confronti del sistema bancario aveva ormai toccato il fondo. Secondo un sondaggio di Banca Finanza dedicato proprio a questo tema, era infatti emerso che per gli italiani andare in banca era diventata un’angoscia. Rapporti conflittuali e di incomunicabilità con gli impiegati allo sportello, sfiducia nei confronti di chi li aveva spinti a puntare su obbligazioni (vedi, per esempio, i “tango bond”), risposte mai chiare, uso di una terminologia per addetti ai lavori, troppa burocrazia, lungaggini incomprensibili, file interminabili, prospetti informativi (quando ci sono, cioè quasi mai) inattendibili. I bancari, come venivano visti dai correntisti? I clienti degli istituti di credito, intervistati dal nostro sondaggio, non avevano dubbi: li avevano giudicati incompetenti, reticenti, arroganti, svogliati, superficiali. Un’esagerazione? Può darsi. La verità è che i signori del credito, come era stato auspicato anche dal Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, alla fine hanno deciso: massima trasparenza nei confronti dei clienti. Che cosa cambierà allo sportello, lo si può leggere in sintesi qui sopra. Bisogna dare atto all’Abi che il desiderio di rivoluzionare le regole che fino a oggi hanno governato i rapporti fra banche e clienti non parte da oggi. Alle spalle ci sono state molte ricerche, almeno 4mila interviste allo sportello e, per quanto risulta a Banca Finanza, sono state coinvolte nell’operazione “Patti chiari” oltre 200 persone. La decisione di voltare pagina, insomma, arriva da lontano, almeno dagli inizi del 2001. Da quando era stato formato un gruppo di lavoro, con a capo il presidente dell’Abi, Maurizio Sella, con il compito di capire le cause del malessere degli utenti e trovare i rimedi per riportare i risparmiatori ad avere nuovamente fiducia nell’istituzione banca. Il comitato, che era formato da tredici banchieri, ha impietosamente messo il dito nella piaga: il mondo del credito doveva ammettere tutte  le sue colpe, riflettere sull’ormai ridotto feeling con i clienti e avanzare proposte concrete per ritrovare la fiducia dei correntisti. Da queste riunioni è nata l’operazione Patti chiari. Che, a dirla in breve, è stata imperniata su tre filoni. Il primo riguardava l’area del credito: i banchieri si sono soffermati a discutere soprattutto su come si dovesse valutare la capacità di credito di un’azienda e quali tempi medi di risposta si potessero dare alle richieste avanzate alle banche dalle piccole e medie imprese. La seconda aveva come tema gli investimenti: si è deciso di pubblicizzare la lista delle obbligazioni a basso rischio sul mercato, e, di conseguenza, a basso rendimento, emesse in euro, con breve e media scadenza, e con un rating elevato. Qual è il motivo di fondo di questa iniziativa? Dopo i tango bond e le corporate obbligazioni emesse negli ultimi tempi che hanno lasciato l’amaro in bocca a milioni di risparmiatori, questa lista potrà diventare un punto di riferimento per chi vorrà investire il suo piccolo gruzzolo depositato in banca. Ma informazioni chiare e dettagliate dovranno essere fornite, sempre su prospetto informativo, anche per le obbligazioni strutturate. Chi controllerà che le banche si impegneranno ad attuare quanto viene promesso nei Patti chiari? Anche in questo caso è stato creato un apposito comitato composto da Massimo Arrighetti (responsabile divisione Banca Intesa), Franco Caleffi (direttore generale di Federcasse) Miro Fiordi (vice direttore generale del Credito Valtellinese),Carmine Lamanda (condirettore generale di Capitalia), Victor Massiah (direttore generale di Banca lombarda piemontese), Ernesto Paolillo (direttore generale della Popolare di Milano), Bruno Picca (direttore della Rete Sanpaolo Imi), Ernesto Tansini (vice direttore generale di Bpm), Antonio Vigni (vice direttore generale di Montepaschi), Davide Cefis (direttore comunicazione di Bnl), Stefano Lucchini (responsabile relazioni esterne di Banca Intesa), Leonardo Torrini (responsabile relazioni esterne del gruppo Cassa di risparmio di Firenze) e Sergio Gatti (responsabile comunicazione Federcasse). Dovranno essere loro a vigilare che il progetto dell’Abi venga attuato.

Sergio Cuti