“Antico mulino, paga il ministero” (l’Eco di Bergamo)

Dai Beni culturali i 50 mila euro che bloccavano il restauro promosso dal Fai

Milano – Servono ancora 50mila euro per finanziare la ristrutturazione del mulino di Bàresi a Roncobello? Li metterà il ministero per i Beni e le Attività culturali. La promessa è arrivata ieri mattina a Milano nel corso della presentazione della seconda edizione dei “Luoghi del cuore”, il censimento dei posti da non dimenticare lanciato dal Fai in collaborazione con Banca Intesa.
Il sogno di veder girare la ruota del mulino dell’alta Valle Brembana – dichiarato nel 2002 dallo Stato “un bene di interesse particolarmente importante” – potrà realizzarsi. Su 150mila euro richiesti per l’intervento, 100mila saranno messi a disposizione da Banca Intesa, mentre il resto dai Beni culturali: “Da sempre – ha dichiarato Carla Di Francesco, responsabile della direzione regionale per i Beni e le Attività  culturali – portiamo avanti un rapporto di collaborazione con il Fai, che ha già dato importanti frutti come l’accordo di programma per il restauro e la valorizzazione di villa Necchi Campiglio a Milano. L’importodi 50mila euro per il mulino non è una cifra elevata. Per questa ragione penso che nella prossima programmazione potrà essere inserito”. Avanti, dunque, con il progetto che nel 2004 ricevette la preferenza di 1.250 cittadini italiani e stranieri. Il mulino – attivo fino al 1996 – potrà tornare a funzionare con grande gioia della proprietaria del fabbricato, Giovanna Locatelli, moglie di Maurizio Gervasoni prematuramente scomparso. Questi i passaggi futuri elencati da Di Francesco per dare il via alla realizzazione del progetto di recupero: “Nel corso del 2005 individueremo le attività e gli interventi da sostenere. Il finanziamento vero e proprio potrà avvenire nel 2006”. A salutare con soddisfazione la  promessa fatta dalla direzione regionale per i Beni e le Attività culturali è stato il direttore generale del Fai Marco Magnifico: “Il nostro compito è quello di liberare l’amore verso il patrimonio artistico e ambientale del nostro Paese. Il mulino è un luogo del cuore che ci auguriamo possa essere recuperato in breve tempo”. Lo scorso 28 maggio – in occasione della presentazione della prima edizione dei “Luoghi del cuore” – Magnifico auspicò che i lavori potessero concludersi entro un anno: “Auspicio ancora valido”, rimarca senza nascondere alcuni errori di valutazione compiuti. “Non pensavamo che il restauro costasse tre volte tanto i soldi a nostra disposizione”. Il riferimento è al preventivo fatto dall’architetto Leonardo Angelici e al contributo assicurato da Banca Intesa pari a 100mila euro. “Assieme all’amministratore delegato di Banca Intesa Corrado Passera siamo arrivati a stabilire una cifra ragionevole da spendere. Per salvare un mulino non ci sembrava corretto spendere mezzo miliardo di vecchie lire”. Di qui, dunque, l’idea di ridimensionare le spese del progetto, arrivando alla cifra di 150mila euro. Dallo stesso gruppo bancario è arrivata una proposta, che ha trovato il pieno appoggio del Fai: “Potrebbe essere lanciato un appello – dice Stefano Lucchini, responsabile delle relazioni esterne – che mobiliti le persone per raccogliere fondi per questo edificio di Roncobello”. In Italia – rimarca Magnifico – “la gente vuole che il patrimonio sia salvato senza mettere mano al portafoglio”. Lo dice citando l’appello lanciato l’anno scorso dal Fai e caduto nel vuoto: “A quanti avevano firmato per il mulino abbiamo chiesto un contributo di 15 euro, ma pochissimi hanno risposto”. E, sintetizzando, cita uno slogan inglese: “No partecipation without taxation” (non c’è partecipazione senza tassazione). E, ancora: “Ai monumenti non ci devono pensare solo i Rockefeller: sono un bene di tutti. Il Fai mantiene e manterrà il suo impegno e le  promesse fatte, ma se ci sono i soldi…”.

Filippo Poletti