La Fondazione Mattei mette radici a Viggiano (Il Sole 24 Ore Sud)

Basilicata – La prestigiosa istituzione dell’Eni sceglie Potenza come luogo della prima sede al Sud

Viggiano – Nasce in Basilicata, dopo sette anni di confronto, la sesta sede della Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem). È la prima al Sud e si stabilisce a Viggiano (Potenza), il paese della Val d’Agri al centro del più grosso giacimento di petrolio dell’Europa continentale. La sua istituzione era tra le compensazioni previste dal protocollo d’intesa Eni-Regione del 18 novembre ‘98 sullo sfruttamento di tale risorsa. La messa a regime sarà uno dei primi impegni del nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione, che opera in campo internazionale nella ricerca dedicata allo sviluppo sostenibile. La Feem. Rinnovato il 10 marzo, il Cda è composto per la prima volta da quando la Feem esiste (1989) anche da personalità esterne al gruppo Eni: Ferruccio de Bortoli (direttore del Sole 24 Ore), Joaquìn Navarro-Vals (direttore della Sala stampa vaticana) e Giulio Sapelli (docente di Storia economica all’Università di Milano), si affiancano a presidenti e direttori al vertice del gruppo e di sue controllate (Roberto Poli, Paolo Scaroni, Alberto Meomartini, Leonardo Maugeri, Stefano Lucchini, Daniela Viglione e Raffaella Leone). Altra novità è la nomina del presidente del Comitato scientifico: è stato scelto l’ex ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, docente all’Università di Torino. Il consolidamento delle sedi della Feem (si veda la scheda sopra) ha permesso nuove iniziative di ricerca sul territorio, rispondendo a bisogni locali specifici. Tra le iniziative, il Progetto giovani (Culture Factory) che prevede l’apertura di biblioteche multimediali e seminari per studenti universitari. In tutti i casi si è interagito con enti e associazioni locali. La vicenda. “La Feem può aprire in Basilicata: l’accordo con l’Eni è stato raggiunto”, ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente della Regione, Vito De Filippo, precisando che “la compagnia si è impegnata a rimuovere la condizione sospensiva” che impediva l’attuazione del protocollo collegandola al completamento del piano di sviluppo del giacimento (che infatti ha appena avuto un’accelerazione, si veda “Il Sole 24 Ore Sud” del 22 febbraio). Il protocollo stabiliva che l’Eni avrebbe realizzato un centro di eccellenza Feem su economia, ambiente, energia e nuove tecnologie, dietro indicazione della Regione. La sua attuazione è stata ritardata anche a causa delle controversie tra i Comuni che si contendevano la sede. Ora l’accordo c’è: è stato scelto il convento di Santa Maria del Gesù di Viggiano. Lo sviluppo. Su che cosa si focalizzerà l’attività ? “Il confronto tra le parti è aperto”, dice il direttore della Feem, Alessandro Lanza. “Vogliamo che diventi un osservatorio privilegiato sul Mediterraneo e la fruizione sostenibile degli idrocarburi – aveva spiegato de Filippo, che a breve incontrerà i rappresentanti della Feem -. Si potrebbe così favorire la nascita di occupazione specializzata nello sfruttamento petrolifero in una terra ricca di greggio. Puntiamo inoltre sui giovani, oggi costretti a lasciare l’area per trovare sbocchi occupazionali”. La Regione intende replicare l’esperienza fatta dall’Eni a Milano col master in Management ed economia dell’energia e dell’ambiente (Medea) e chiederà alla Feem di ospitare, anche d’intesa con l’Università della Basilicata, un master sulla fruizione sostenibile degli idrocarburi. Il rettore lucano. Francesco Lelj Garolla Di Bard, ha ricordato l’esperienza dell’Ateneo con il master di secondo livello in Tutela ambientale nei processi di produzione e gestione dei fluidi del sottosuolo (Afluso), in partenariato con le Università di Bologna e La Sapienza di Roma e con il Politecnico di Torino. Afluso è stato riconosciuto dal Miur tra i quattro migliori master nell’ambito del Pon (Programma operativo nazionale) per le regioni Obiettivo 1 nel 2000-2006 (le più economicamente svantaggiate in Europa). Al progetto ha collaborato anche l’Eni, formando nuove figure professionali che hanno subito trovato collocazione sul mercato del lavoro. “Ora – dice il rettore – potremmo mettere a disposizione le nostre competenze scientifiche. Si tratta di capire come interagire con la Feem”.

Luigia Ierace