Le sei unità dell’Eni (Prima Comunicazione)

Si ricompone il mosaico comunicativo di Eni, impresa integrata nell’energia e impegnata a crescere nell’attività di ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale, presente in circa 70 Paesi con più di 72mila dipendenti e quotata nelle Borse di Milano e del New York Stock Exchange. Se lo staff meeting settimanale – appuntamento istituito un anno fa – è il cuore del sistema guidato  dal direttore delle relazioni istituzionali e comunicazione Stefano Lucchini, sempre da lui dipendono le sei unità che compongono appunto la direzione. Una delle prime decisioni prese dall’Eni dell’amministratore delegato Paolo Scaroni (già amministratore delegato e direttore generale di Enel) è stata quella di acquisire come capo ufficio stampa Gianni Di Giovanni (ex Wind, Tim e Telecom) che tra i suoi compiti ha quello di assicurare il mantenimento e lo sviluppo dei rapporti con gli organi di informazione e lo sviluppo del sito Internet. Ma la funzione di Di Giovanni non è solo quella di ufficio stampa quanto di guida della comunicazione esterna della oil company che deve anche assicurare il mantenimento e lo sviluppo dei rapporti con le associazioni dei consumatori. Achille Nobiloni, fino a ieri responsabile delle relazioni istituzionali, è ora chiamato a guidare la programmazione e controllo delle attività di comunicazione e rapporti con le associazioni e, come supporto alle unità della direzione, segue e dà coerenza alla programmazione, controllo e coordinamento della comunicazione stessa (ma anche dei rapporti con la Confindustria). Giorgio Secchi – ex giornalista del Corriere della Sera e Agi, ex capo ufficio stampa di Eni ed Enimont e già responsabile del sito Internet che ha conquistato notevoli premi internazionali – è ora responsabile dei progetti culturali assicurando l’elaborazione e il coordinamento dell’attuazione del piano di marketing culturale dell’Eni. Sempre sua competenza è il coordinamento del Progetto scuola e la tenuta dell’archivio storico dell’azienda che si avvale anche del contributo della professoressa Lucia Nardi. A occuparsi di sostenibilità è invece Sabina Ratti da anni impegnata su questo argomento. Ratti ha il compito di assicurare la definizione del modello di sviluppo sostenibile Eni, contribuire alla definizione di indirizzi di riferimento relativi alle principali aree della sostenibilità (ambiente, innovazione tecnologica, governance e relazioni con il territorio) per garantire che la pianificazione e svolgimento delle attività operative siano allineati con il modello di sviluppo sostenibile dell’azienda.Vincenzo Boffi, prima responsabile del progetto sostenibilità, assume ora l’incarico delicato di un progetto nuovo indirizzato alla creazione di Eni Foundation che dovrebbe svilupparsi nel prossimo futuro e che affiancherebbe la già attiva Fondazione Mattei ma con altri compiti e missione. Lamberto Dolci (con un passato in Nestlè, Merloni e Poste Italiane) prende il posto di Giancarlo Aurigo (prossimo alla pensione) e assume il controllo dell’unità immagine e pubblicità per l’elaborazione di strategie di comunicazione e di immagine dell’Eni e per sviluppare linee guida per le attività di comunicazione istituzionale (che comunque per il momento non prevede uscite pubbliche). Sempre a proposito di pubblicità c’è da rilevare che è stata la Tbwa di Marco Fanfani a essersi aggiudicata la gara per l’Eni e che già sta preparando, in accordo con i vertici aziendali, un piano di interventi. Dolci ha anche la competenza che riguarda la parte di identity, immagine, pubblicità, sponsorizzazione ed eventi. Sull’identity l’Eni ha iniziato una riflessione su quelli che sono i diversi loghi che in un prossimo futuro dovrebbero concentrarsi (ma la strada complicata e la delicatissima decisione verrà presa dopo molti approfondimenti a cui darà un contributo anche la società Area di Antonio Romano). L’avvocato internazionalista Leonardo Bellodi, già responsabile di Bruxelles, è invece ora a capo dei rapporti con le istituzioni – centrali e periferiche – e gli organismi pubblici operanti in Italia e nell’ambito dell’Unione europea per rappresentare e tutelare gli interessi dell’Eni e delle società controllate. Anche l’house organ – Eni’s Way – è destinato a una completa operazione di restyling e di ripensamento della mailing list secondo le indicazioni di Di Giovanni. “Eni’s Way è sì uno strumento di comunicazione interna ma è anche prezioso per quella esterna. Per questo ci impegneremo molto per una sua redifinizione”, assicura Di Giovanni.

Daniele Scalise