Eni, l’arte e la comunicazione: il “cane a sei zampe” in mostra (Cittadino di Lodi)

Dal primo concorso per trovare un logo alle più moderne campagne pubblicitarie

Narra la leggenda che il famoso cane a sei zampe sia diventato un simbolo dell’Eni quasi per caso. Siamo nel 1952. Enrico Mattei è agli inizi della grande avventura che porterà il gruppo a trasformare il panorama delle risorse energetiche in Italia. Il quartier generale di San Donato è abbozzato e Metanopoli è ancora lontana dal glorioso sviluppo degli anni Sessanta eppure l’azienda aveva già in mente l’importanza di una strategia di comunicazione efficace. Fu indetto un concorso per trovare un logo efficace per la compagnia. Una sezione secondaria fu vinta da Luigi Broggini e ritraeva il famoso cane nero a sei zampe che sputa fuoco dalla bocca. Enrico Mattei nel novembre del 1952 è in viaggio fuori Milano e rimane colpito da come l’immagine, su fondo giallo e la scritta “Supercortemaggiore. La potente benzina italiana”, spiccasse nella nebbia. Fu una decisione immediata: il cane a sei zampe divenne il logo ufficiale, tutti gli altri furono eliminati, e fin da subito campeggiò nei distributori del Sudmilano e del Lodigiano. Tutto questo e molto altro è raccontato nella mostra Il cane a sei zampe, aperta fino al 19 luglio in Sala Buzzati della Fondazione del Corriere della Sera (Milano, in via Balzan 3, dalle 12 alle 20, ingresso libero) in concomitanza con la rassegna di letteratura, arte, cinema e scienza La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi (www.lamilanesiana.it). Curata da Lucia Nardi e da Stefano Lucchini, la mostra sulla storia dell’Eni è narrata scandendo i passaggi che hanno trasformato il famosissimo logo originale nelle odierne forme di comunicazione pubblicitaria. Attraverso il recupero di materiali di archivio, si è scoperto ad esempio che le famose “sei zampe” del cane non furono – come spesso riportato – una correzione bizzarra di Mattei, ma un’idea originale dell’illustratore Broggini. Fotografie, documenti, filmati del Carosello e anche gadget (molti ricorderanno il “Metanopoli”, gioco da tavolo sponsorizzato dal gruppo) sono in mostra insieme alle vignette di Ettore Scola cui venne affidata la comunicazione dei venditori. Molti abitanti di San Donato, specie il gruppo dei Veterani e dei pionieri, troveranno in mostra un pezzetto della loro storia professionale ma sarebbe limitativo ridurre la mostra a una mera celebrazione dei bei tempi andati. Eni ha recentemente voluto rivoluzionare ancora una volta la sua comunicazione e, come un tempo fece il primo timoniere, ha strizzato l’occhio ai più originali creativi. Ne è uscito così un progetto di scouting volto a promuovere, a livello internazionale, i più promettenti artisti visuali. Tra questi, spicca l’illustratore Shout, alias Alessandro Gottardo, penna richiestissima dalle principali testate americane, cui Eni ha affidato i primi mesi della campagna pubblicitaria di quest’anno. In coincidenza con la mostra per “La Milanesiana”, è in libreria anche una raccolta dei lavori di Shout (MonoShout, edizioni 27_9, 45 euro).

Francesca Amè