Elezioni 2.0, ecco che cosa può imparare l’Italia dagli Usa di Obama (Affaritaliani.it)

L’INTERVISTA/ Raffaello Matarazzo, co-autore (con Stefano Lucchini) del saggio “La lezione di Obama – Come vincere le elezioni nell’era della politica 2.0”, ad Affaritaliani.it: “Internet è importante. Ma prima è necessario avere messaggi politici forti da veicolare, e individuare una coalizione sociale di riferimento”

Ecco che cosa dovrebbero imparare i nostri leader politici da Obama…

Che ruolo hanno svolto le nuove tecnologie nella campagna più finanziata della storia, quali innovazioni si sono sperimentate, e come è stato costruito l’intreccio delle informazioni sugli elettori tratte dai social media e dalla rete sino a permettere l’elaborazione di spot mirati quasi a livello personale (microtargeting)? E soprattutto: quale è stata la chiave comunicativa di fondo, senza la quale nulla avrebbe funzionato? Nel momento in cui l’antipolitica tocca il suo apice, “La lezione di Obama – Come vincere le elezioni nell’era della politica 2.0” (a cura di Stefano Lucchini e Raffaello Matarazzo, con prefazione di Mario Calabresi e postfazione di Roberto D’Alimonte; in libreria per Baldini Castoldi srl) è un viaggio nei segreti della campagna più innovativa del mondo, che fornisce una serie di spunti significativi per il dibattito pubblico italiano (e si sa che in Italia la campagna elettorale non ha mai fine…). Affaritaliani.it ne ha parlato con Raffaello Matarazzo, analista di politica internazionale in Eni dal 2012 e consulente di ricerca dell’Istituto Affari Internazionali dal 2003.

Matarazzo, dottore di ricerca in Storia d’Europa, ci spiega innanzitutto com’è nata l’idea del saggio: “La seconda campagna elettorale di Obama ha avuto un impatto storico, perché è riuscita a riportare una grande quantità di elettori al voto, e questo nonostante il contesto non favorevole. Mi riferisco alla grave crisi nel rapporto tra istituzioni politiche e cittadini, che ha riguardato anche gli Stati Uniti, e non solo l’Italia e l’Europa”. Eppure, Obama è riuscito a coinvolgere i cittadini, nel bel mezzo della più grave crisi economica degli ultimi decenni: “Abbiamo deciso di scrivere questo libro proprio perché anche il nostro Paese ha bisogno di riconquistare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini”, chiarisce il professore.

Ma com’è riuscito a Obama questo miracolo? Tutto merito dell’utilizzo innovativo della rete? “No. Il web arriva solo in un secondo momento. Per veicolare un messaggio efficace – sottolinea Matarazzo – la premessa è avere messaggi politici forti da comunicare, anche attraverso internet”. Il rischio, altrimenti, è “l’effetto-boomerang”: “Veicolare messaggi sbagliati può avere effetti disastrosi”.

Per Raffaello Matarazzo, docente di politiche comparate all’Università St John’s di New York e di studi strategici all’Università di Perugia, Obama ha avuto il merito di ripartire dalla politica: “Il presidente – riconfermato – degli Stati Uniti è riuscito a coinvolgere una maggioranza di minoranze, e mi riferisco ai neri, ai latinos, agli asiatici, ma anche ai giovani Usa e alle donne, oltre che ai laureati”.

Per riepilogare, dunque, Obama ha “prima definito un messaggio forte e poi ha individuato una coalizione sociale di riferimento”. Solo a quel punto “è entrata in gioco la rete”. Per Matarazzo, a questo proposito, “mentre nella prima campagna elettorale di Obama la novità era rappresentata dall’uso dei social newtork, nella seconda si è fatto un passo avanti. Internet è stato usato per raccogliere dati sugli elettori, e quindi per veicolare messaggi personalizzati”.

E non è finita: “Obama ha ri-vinto anche grazie ai tantissimi giovani volontari che si sono mobilitati, soprattutto negli Stati in bilico”. Ma nell’Italia in cui la disoccupazione giovanile rappresenta uno dei problemi più difficili da affrontare per il Governo, è pensabile che i giovani tornino a mobilitarsi per la politica? Il co-autore del saggio “La lezione di Obama – Come vincere le elezioni nell’era della politica 2.0” è convinto che “nulla sia impossibile”. E argomenta: “Come spiegavo prima, i politici devono però essere in grado di proporre messaggi forti, in grado di conquistare i più giovani”.

Chiediamo infine a Raffaello Matarazzo se nell’impresa potrebbe riuscire Renzi, abilissimo sui social network: “Il segretario del Pd deve ancora dimostrare di saper passare dalle parole ai fatti. In questo campo non si improvvisa. Obama ha raggiunto grandi risultati dopo anni di lavoro. I giovani volontari non sono caduti dal cielo…”.