Alfonso Dell’Erario direttore della comunicazione di Confindustria (Prima Comunicazione)
“Lavorare con Antonio D’Amato per me significa in un certo senso tornare alle origini. Siamo ambedue partenopei. È forse per questo che è scattato subito un certo feeling tra di noi”. Alfonso Dell’Erario, 43 anni, è il nuovo direttore dell’Area comunicazione e immagine della Confindustria.
La sua nomina è stata approvata dal consiglio direttivo di viale dell’Astronomia il 12 settembre. Dell’Erario prende il posto di Stefano Lucchini che ha deciso di tornare a dirigere la comunicazione dell’Enel, dopo una telefonata di Franco Tatò che lo invitava a “tornare a casa”.
“D’Amato? L’ho conosciuto quando ero al Messaggero”, racconta Dell’Erario. “Lui era il capo dei giovani imprenditori e io in quella circostanza appoggiai la sua battaglia per la modernizzazione
della Confindustria. Poi l’ho perso di vista. A parte qualche rara occasione, sono tornato a occuparmi di lui nel 2000, durante le elezioni per la presidenza della Confindustria, quando ero vice direttore dell’AdnKronos. Allora nessuno credeva che D’Amato avrebbe potuto vincere. Noi all’AdnKronos raccogliemmo informazioni e opinioni e poi Nunzia Penelope scrisse un pezzo d’agenzia che ipotizzava la sua nomina alla presidenza della Confindustria”. Fu uno scoop importante, ricorda Dell’Erario. Che gli consentì di riprendere i rapporti con il neo presidente della massima associazione degli imprenditori italiani.
Dell’Erario nasce a Gesualdo, un paesino in provincia di Avellino del profondo sud. “Un paese dove c’era il buio oltre la siepe. Dopo essermi diplomato decisi di non andare a studiare a Napoli.. Volevo fare il giornalista e sapevo che Napoli non offriva grandi opportunità”.
Dopo una breve parentesi milanese, Dell’Erario si iscrive alla Sapienza e segue un corso di giornalismo di Nuccio Fava. L’anno successivo riesce a strappare il praticantato a Il Settimanale della Rusconi, poco prima della sua chiusura. La disoccupazione dura poco: Dell’Erario decide di fare un’esperienza diversa, partecipando e vincendo una borsa di studio per l’ufficio stampa della Coldiretti. La svolta arriva quando gli si presenta l’opportunità di una sostituzione esterna all’AdnKronos. “Rimasi all’agenzia per tre anni. Fino a quando, nell’86, fui assunto dal Messaggero. Era l’epoca in cui i quotidiani scoprivano il giornalismo economico. I giornalisti con più esperienza non capirono subito l’importanza dell’economia e diedero spazio ai giovani”. Nell’88 Dell’Erario diventa capo dell’economia del quotidiano diretto da Mario Pendinelli e ci rimane fino al ‘93, anno in cui la famiglia Ferruzzi, azionista di controllo, finisce nel calderone di Tangentopoli. “Appena arrivò Giulio Anselmi mi sostituì, forse temeva che fossi troppo vicino alla proprietà. Tuttavia restai ancora tre anni e fu proprio lui a portarmi a lavorare all’ufficio centrale. Nel 1996 me ne andai e accettai la proposta di fare il direttore della sede di Roma della Montedison. Nel 1997 Giuseppe Marra mi propose di fare il vice direttore della sua agenzia. Per me fu un richiamo della foresta e accettai subito. Sono stati anni molto belli. In molte occasioni siamo riusciti persino a dare fastidio all’Ansa”.