D’Amato “ruba” Parisi ad Albertini (Nazione - Carlino - Giorno)

L’ex city-manager di Milano nominato ieri direttore di Confindustria ROMA – Stefano Parisi è il nuovo direttore generale della Confindustria. Sostituisce un direttore “storico” come Innocenzo Cipolletta che dopo 15 anni (prima come responsabile del centro studi, poi dal ’90 direttore generale) ha lasciato l’associazione imprenditoriale per la presidenza della Marzotto. Il presidente degli industriali, Antonio D’Amato, ha proposto Parisi al consiglio direttivo che lo ha approvato all’unanimità. Ora la “squadra” del nuovo presidente di Confindustria è completata. E, soprattutto, sancisce la rottura totale con il precedente vertice visto che Cipolletta rappresentava la continuazione attraverso gli ultimi tre presidenti, da Pininfarina ad Abete a Fossa. Quasi a sancire il taglio con il passato il nuovo direttore Stefano Parisi ha subito detto: “Nessuna dichiarazione, questo è il mio stile”. Quindi non più un direttore che parla, illustra e spiega “la linea” della Confindustria. Il compito di “parlare” diventa quasi esclusivo del presidente Antonio D’Amato. Tutto il tragitto professionale di  Stefano Parisi (43 anni, due figli, laurea in Economia e commercio), del resto, è quello di un tecnico. Prima capo della segreteria tecnica del Ministero del Lavoro (‘84 – ‘87), poi della vicepresidente del consiglio (’88 – ’89), capo del dipartimento economico di Palazzo Chigi (’92 – ’97) con i governi Amato, Ciampi, Dini e Prodi, con la parentesi (durante il governo Berlusconi) al ministero delle poste come segretario generale. Parisi ha lasciato Palazzo Chigi nel ’97, quando ha accettato l’offerta del sindaco di Milano, Albertini, di diventare ‘’city manager’’ del capoluogo lombardo. Ieri, il ritorno a Roma. Quindi da Palazzo Chigi a Viale dell’Astronomia,passando per Milano. Albertini ha commentato: “Per Milano è una grave perdita. Ma se hai un Ronaldo tutte le squadre te lo invidiano”. Insieme con Parisi,il consiglio direttivo della Confindustria ha nominato nuovo direttore della “comunicazione” Stefano Lucchini, che dal ‘97  svolgeva lo stesso incarico all’Enel. Per inciso, proprio ieri il presidente dell’Enel,Testa, ha accusato quello degli industriali, di “difendere gli interessi solo di alcune aziende e non di tutte. La Confindustria spesso predica bene e poi razzola male”. Insomma, Lucchini ha subito qualcosa su cui dover lavorare. Nuccio Natoli