Foligno ritrova la porta del Paradiso (Il Messaggero)
“In che cosa consiste il fascino della Madonna di Foligno? Perché ha incantato i commissari di Napoleone che vollero trasferirla a Parigi così come oggi incanta i 240.000 cittadini che l’hanno vista nel Palazzo Marino di Milano e i cinque milioni e mezzo di donne e di uomini di tutto il mondo che ogni anno sostano di fronte a lei nella Pinacoteca dei Musei Vaticani? Perché generazioni e generazioni di artisti l’hanno assunta a supremo modello di bellezza, di gloria e di splendore? La risposta è per me molto semplice. Perché la Madonna di Foligno è il Paradiso, anzi, per meglio dire, è come una porta aperta sul Paradiso. Uno si mette di fronte a questa tela e vede il Paradiso ed è felice e grato al destino di essere vivo e di avere occhi per guardare e un cuore per emozionarsi”.
Così Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, spiega l’opera di Raffaello Sanzio, che da sabato, nel viaggio di rientro in Vaticano, dopo l’eccezionale esposizione a Palazzo Marino a Milano grazie all’impegno di Eni e dei Musei Vaticani, farà tappa a Foligno dove resterà fino a domenica 26 gennaio. La preziosissima opera sarà accolta nel Monastero di Sant’Anna (o delle Contesse) dove rimase esposta per oltre due secoli.
“Essere a Foligno – sottolinea Stefano Lucchini, direttore relazioni internazionali e comunicazione Eni – con uno dei capolavori di Raffaello ha per Eni un significato importante, considerato il grande successo dell’esposizione di quest’opera a Milano: 240.000 visitatori sono sfilati davanti alla Madonna di Foligno. La ragione di questo importante risultato è certamente legata a diversi fattori tra cui quello di aver creato un modo nuovo di avvicinare le persone all’arte e alla cultura. Modo che si fonda nell’idea che le competenze culturali di una persona non siano legate al numero di dipinti che ha visto. Noi di Eni pensiamo invece che dipendano da quanto, realmente, ciascuno è entrato davvero in relazione con l’opera e l’ha compresa. Un unico dipinto contiene dentro di sé un numero grande di informazioni, spunti e suggestioni. Comprendere un’opera significa andare oltre la semplice visita. Significa guardare e non solo vedere. L’esposizione della Madonna di Foligno punta proprio a questo: far osservare un grande capolavoro di un maestro del Rinascimento e farne capire a fondo alcuni aspetti. Accolto dalle guide messe a disposizione, il pubblico potrà trovare risposte ai propri dubbi e fare domande, costruendo un percorso “personalizzato”. L’idea di riportare l’opera nel luogo in cui è stata conservata per tanto tempo risponde al desiderio, espresso in più occasioni dal comune di Foligno, di rivedere collocata nella chiesa del Monastero di Sant’Anna un capolavoro che per tanti anni proprio lì è stato custodito. Per realizzare questa deviazione di percorso del quadro – altrimenti già a Roma – è stata indispensabile la collaborazione e la disponibilità dei Musei Vaticani che hanno sposato con entusiasmo l’idea di far soggiornare per una settimana l’pera in uno spazio che in passato le è stato “familiare”. È fondamentale, in operazioni come questa, avere al proprio fianco il partner giusto. Persone che sappiano comprendere quanto fondamentale sia, oggi ancora di più, mettere in circolo la cultura, renderla accessibile, portarla – conclude – alle persone, lasciare una traccia di cultura”.
La gioia della città la racconta il sindaco. “La Madonna di Foligno di Raffaello – spiega il sindaco Nando Mismetti – torna nel monastero di Sant’Anna, che l’ha ospitata per oltre duecento anni: è un evento eccezionale per la città di grande rilievo culturale e di particolare significato spirituale. Questo risultato straordinario è stato ottenuto grazie alla sensibilità e alla disponibilità di Santa Sede ed Eni ed è frutto anche della costante azione di quanti, a Foligno, si sono impegnati per far sì che questo “miracolo” potesse avvenire. È un fatto irripetibile, quello di riportare questa opera di Raffaello proprio lì, nella chiesa del monastero, dove è stata conservata dal 1565 al 1797. Proprio in quell’anno fu requisita dai francesi e portata a Parigi. Nel 1816 venne riportata in Italia e da allora è conservata nei Musei Vaticani. È la terza volta nella sua storia, dopo la mostra a Dresda e quella di Milano, che il dipinto viene proposto fuori dal suo ambito. Da diversi anni sono state avanzate richieste, in varie forme, e da diversi soggetti (enti ed associazioni) con l’obiettivo di far vivere a Foligno queste giornate. La città vive questo momento con grande orgoglio, consapevole dell’importanza anche di far conoscere ai visitatori il rapporto tra questo dipinto, capolavoro assoluto dell’arte, e la sua storia. Credo che la mostra sia un momento da vivere, con gioia, per l’intera città, a cominciare dalle giovani generazioni, e per l’Umbria, nell’ottica di promuovere il territorio regionale attraverso un evento culturale – conclude – di portata storica”.