La matita di Fuksas per il Museo storico della Vespa (Corriere Economia)
Ferrara verso Montezemolo: una nuova strategia dell’attenzione. Big deal: Marco Palocci e il team di Brunswick da Profumo
Cercava qualcosa che lasciasse il segno a Pontedera. E dopo averlo visto all’opera con il progetto di Is Molas, dove per la sua Immsi gli ha commissionato un megaresort con tre campi da golf, Roberto Colaninno si è convinto che nessuno meglio di Massimiliano Fuksas avrebbe potuto accontentarlo. Certo, al primo impatto è rimasto un po’ di stucco. Ma d’altra parte il patron della Piaggio voleva un “contenitore” fuori dagli schemi per celebrare il “mito a due ruote”. E l’architetto romano ha fatto centro disegnando una gigantesca bolla rossa lunga 300 metri, che accoglierà il Museo storico della Vespa. Galleggerà a mezz’aria dentro la fabbrica di Pontedera, esattamente sopra l’ultimo blocco della catena di montaggio dello scooter più famoso del mondo.
Con Luca di Montezemolo non era certo stato tenero in passato. L’aveva criticato. Affibbiato improvvisati nickname. Qualcosa, però, deve essere cambiato al Foglio. Da qualche tempo, infatti, tra le pagine del quotidiano di Giuliano Ferrara si intravede una diversa strategia dell’attenzione. Scandita prima da articoli in cui si sottolinea “il coraggio” del numero uno degli imprenditori. Poi con una puntata di “8 ½”, in cui l’Elefantino ha invitato il braccio destro di Montezemolo, Maurizio Beretta. Ora c’è anche un evento a fare da contorno alla nuova linea. Pur essendo uno che si concede pochissimo alle mondanità, alla vigilia dell’assemblea di Confindustria il direttore del Foglio è apparso a sorpresa nella foresteria di Via Veneto. Ospite della cena “a porte chiuse” riservata solitamente ai membri del direttivo. Ma dalle parti di Viale dell’Astronomia di novità curiosa ce n’è anche un’altra. Dopo esserne stato in passato direttore delle relazioni esterne, Stefano Lucchini torna in Confindustria. Da “imprenditore”. Per il capo delle relazioni istituzionali dell’Eni si sono aperte le porte della giunta, il parlamentino degli industriali, in cui è stato cooptato mercoledì.
Finchè si parla di Financial Times o Wall Street Journal non c’è problema. Ma spiegare all’Economics Times di Delhi, al The Hindu o al Nihon Keizai Shimbun la fusione tra Unicredit e Capitalia non è esattamente routine. Nemmeno per un ufficio stampa che ormai Alessandro Profumo ha abituato a fronteggiare la stampa estera. Ma nei giorni caldi della nascita della superbanca l’attenzione è stata davvero “globale”. E nei corridoi di Unicredit si è rivisto Marco Palocci. Il banchiere genovese ha richiamato in servizio il suo ex spin doctor. Non da solo. Ma con tutto il team di Brunswick, il colosso internazionale delle Pr che tre mesi fa ha “strappato” Palocci a Piazza Cordusio. E che, per l’occasione, ha messo in campo il proprio network per smistare le richieste più strane arrivate da un capo all’altro del mondo.