Lella Golfo presenta il suo libro "Ad alta quota" e racconta la storia della vita di "una donna libera" (Media2work.net)

Con la stessa pacatezza con cui si è raccontata all’Istituto di Cultura di Park Avenue lunedì, in occasione della presentazione del suo libro “Ad alta quota”, Lella Golfo negli anni recenti ha condotto in Parlamento una rivoluzione culturale e silenziosa che ha portato le donne ad accedere ai vertici aziendali. Nell’affollata sala dell’Istituto, nel giorno in cui all’Onu si raccontavano le storie di “Ferite a morte” con Serena Dandini contro la violenza alle donne, Lella Golfo ha parlato di quelle di “una donna libera”. Presente il console generale Natalia Quintavalle, all’incontro con l’autrice hanno partecipato, moderati dal corrispondente del Sole 24Ore Mario Calvo-Platero, Elisabetta Bartoloni di Heidrick & Struggles, Mariafrancesca Carli di JP Morgan, Ilaria Costa di Iace, Monica Ermacosa di Bulgari, Luigi Gubitosi di Rai e Stefano Lucchini di Eni. Lella Golfo, fondatrice e presidente della Fondazione Marisa Bellisario, è giornalista, imprenditrice e politica, insignita delle onorificenze di Commendatore e Cavaliere della Repubblica, ha parlato della sua vita, delle battaglie politiche e professionali e dei traguardi raggiunti nel corso degli anni, tra cui sicuramente spicca l’importante legge definita “quote rosa”. Dal 12 agosto dello scorso anno infatti, tutti i consigli di amministrazione e i collegi sindacali devono riservare un quinto dei posti alle donne, per poi salire come quota ad un terzo nel prossimo rinnovo delle cariche. Si è parlato di una rivoluzione culturale e silenziosa che ha consentito al nostro Paese di porsi in primo piano nei nuovi orizzonti di democrazia ed equità, grazie alla principale artefice dell’iniziativa, che ha scelto di raccontarsi con sincerità in “Ad alta quota”. Lella Golfo ha fatto il suo ingresso in Parlamento nel 2008 dopo un lungo periodo di politica non attiva, quando il Pdl le ha proposto la candidatura alle elezioni politiche, in particolare per rappresentare le donne. E siccome da sempre Lella Golfo continua a sostenere che “per influire nelle decisioni e nelle politiche del Paese bisogna essere là dove le decisioni vengono prese”, ha deciso quindi di accettare la candidatura ed è stata eletta deputata della XVI legislatura, in cui si è distinta per essere stata una delle parlamentari con il più alto tasso di presenza, sia in aula che nelle commissioni. Il suo impegno preminente lo ha diretto sin dall’inizio alla questione femminile e alla sua terra: la Calabria, dove aveva svolto le prime lotte per i diritti delle “gelsominaie” e delle raccoglitrici di olive, fino a quella che gli americani definirebbero la più importante “affirmative action” mai applicata in Italia. Ha creato e presiede la Fondazione Marisa Bellisario, la più autorevole e prestigiosa associazione femminile italiana che da un quarto di secolo lavora per la crescita professionale delle donne. Ma non solo in Italia. Infatti nel 2005 si è concretizzato un nuovo e proficuo legame con le donne africane e la scelta di Lella Golfo è caduta sul Rwanda, martoriato dalla guerra civile e dal genocidio, dove la Fondazione ha approntato un progetto ancora in corso che favorisce formazione professionale e sviluppo imprenditoriale per mezzo del microcredito, consentendo la creazione di una piccola realtà di imprenditoria femminile rurale Lella Golfo è riuscita insomma a portare sul tavolo decisionale la vera questione: l’accesso delle donne al potere, anche se ha sostenuto che è solo il punto di partenza di una testarda calabrese che ha detto di avere ancora tante battaglie da combattere, tenendo presente che la sua è la storia di una donna e, insieme di tutte le donne. Riccardo Chioni