Quei lancieri che fecero l’Italia unita (Il Sole 24 Ore)

Quella che una volta di chiamava la Storia Patria non è più molto in voga. Ma anche un Paese arrivato tardi e per vie difficili a quel momento di autoidentità rappresentato dalle lotte di indipendenza dovrebbero non perdere la memoria di alcuni passaggi cruciali, fatti di dolore sempre e a volte anche di gloria, senza per questo rinunciare a inserirli in un contesto realistico e critico. Tormentati fin dalle elementari dalla memorizzazione delle tre Guerre di indipendenza piemontesi-italiane, molti sembrano invece aver rinunciato a passare qualcosa di quel bagaglio alle giovani generazioni. Un nome antico, i Lancieri di Montebello, è tornato da anni ormai nelle cronache delle missioni di pace italiane all’estero, a partire dalla Somalia nel 1993. Ma perchè quel nome abbia un vero significato, occorre conoscerne la storia, che Stefano Lucchini e Fabrizio Centofanti, due manager delle relazioni esterne di grandi gruppi appassionati di storia, raccontano in un’agile monografia. Il Reggimento fu costituito a Voghera il 29 agosto 1859, due mesi dopo che la battaglia aveva visto a Montebello appunto, tra Voghera e Casteggio, la vittoria franco-piemontese contro gli Austriaci. Fu una vittoria importante, che vide il grosso delle truppe francesi, alleate del Piemonte contro l’Austria, protette dalle incursioni sugli austriaci dagli squadroni di cavalleria di alcuni reggimenti piemontesi. A fronte della successiva carneficina di San Martino e Solferino un mese più tardi nella stessa Seconda guerra si indipendenza (quasi 40mila caduti, i più per mancanza di cure), lo scontro di Montebello fece in totale poco più di 400 vittime, ma fu importante per il morale dei piemontesi soprattutto. Da allora e fino al 1920 i Lancieri di Montebello, acquartierati dopo Voghera in varie città del Nord Italia, parteciparono a tutte le vicende belliche nazionali, dalla lotta al brigantaggio meridionale (dove ebbero 40 vittime, più del doppio dei caduti piemontesi di Montebello) alle imprese africane alla Prima guerra mondiale. Sciolto nel 1920, il Reggimento fu riconosciuto nel ’42 e la più importante azione militare che lo vide impegnato durante la Seconda guerra mondiale fu, parte integrante della Divisione Ariete, la difesa di Roma dopo l’8 settembre ’43. Ricostituito nel ’50 come Reggimento di cavalleria blindata Lancieri di Montebello, riordinato nel ’92, partecipa da allora a numerose missioni. nel 2004 costituisce il gruppo squadroni a cavallo, ereditando la tradizione ippica dell'Esercito e vari compiti di rappresentanza. Mario Margiocco