Stati generali della cultura: un parlamento per il patrimonio culturale (Il Sole 24 Ore)

Lo scorso anno sono stati celebrati davanti ai video, con i relatori e il pubblico collegati da casa e i moderatori presenti in una sede deserta, debitamente distanziati uno dall’altro. Quest’anno però gli «Stati Generali della Cultura» - storico appuntamento organizzato dal Gruppo 24 Ore - si propongono finalmente in un luogo infinitamente più adatto a parlare dell’importanza del comparto culturale per la nostra vita e la nostra economia: la location è un museo, e non un museo qualsiasi, ma il Museo del Risorgimento di Torino. L’appuntamento è per martedì 5 luglio, ma prima di illustrare il programma dell’evento è utile soffermarsi un momento sulla sede prescelta.

Il Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino

Il Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino è, innanzitutto il più grande e più antico spazio espositivo dedicato alla storia risorgimentale italiana: venne fondato nel 1878 all’interno dello storico palazzo Carignano, capolavoro del barocco piemontese e casa natale del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia-Carignano. Pur dedicato all’epopea risorgimentale, il museo conserva reperti che spaziano dal 1706, anno dell’assedio di Torino da parte dei francesi, e il 1946, anno di nascita della Repubblica Italiana. Ma rendere il sito ancor più suggestivo è il fatto che nel percorso sono inserite sale in cui si è letteralmente fatta la storia politica d’Italia.

Palazzo Carignano

Palazzo Carignano, infatti, fu sede dal 1848 al 1860 della Camera dei deputati del Parlamento del Regno di Sardegna (conosciuto come «Parlamento subalpino») e dal 1861 al 1865 della Camera dei deputati del Parlamento del Regno d’Italia. Quest’ultima venne ospitata in un’aula provvisoria, nel cortile, poi smantellata, in attesa della fine dei lavori per il raddoppio del palazzo e per la realizzazione di una grande aula che avrebbe dovuto ospitare i deputati del neo costituito Regno d’Italia. Terminati i lavori, che vennero eseguiti tra 1864 e 1871, la grandiosa aula, l’ultima del percorso di visita del museo, non servì più allo scopo e quindi non venne mai usata, dato che la capitale e il parlamento avevano già lasciato Torino per essere trasferiti a Firenze.

Le nuove frontiere. Costruire il patrimonio culturale del futuro

Proprio in quest’aula storica si celebrano gli «Stati Generali della Cultura» attorno al seguente tema: Le nuove frontiere. Costruire il patrimonio culturale del futuro. A fare gli onori di casa per l’apertura dei lavori (ore 9.30) sarà il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e subito dopo prenderà la parola il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini che coinvolgerà il ministro della Cultura Dario Franceschini in una conversazione dal tema Industry privata e istituzioni pubbliche: come riparte l’Italia della cultura?

Dato il via ai lavori, una cinquantina di relatori si alterneranno al podio per entrare nel vivo di tre grandi argomenti.

L’industria culturale: strategie per il Sistema-Paese

Il primo è L’industria culturale: strategie per il Sistema-Paese. Il tema viene affrontato mettendo il luce alcuni casi. Si comincia con Il ruolo dei privati nell’economia della cultura (ore 10) e ne parlano Matteo Bagnasco (Responsabile Obiettivo Cultura Fondazione Compagnia di San Paolo), Antonio Calabrò (Presidente Museimpresa, Vice Presidente Unione
Industriali di Torino), Innocenzo Cipolletta (Presidente Confindustria Cultura Italia), Alvise di Canossa (Presidente Art Defender), Stefano Lucchini (Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo) e l’imprenditore Francesco Micheli. Poi si passa a Il nuovo mondo dell’editoria, le trasformazioni del mercato audiovisivo:  leggere i mestieri del futuro (ore 11) con interventi di Luca Barbareschi (Produttore indipendente), Sergio Cerruti (Presidente AFI – Associazione Fonografici Italiani), Giulia Cogoli (Ideatrice di eventi culturali, direttrice dei Dialoghi di Pistoia), Ricardo Franco Levi (Presidente AIE – Associazione Italiana Editori), Federica Manzon (Direttrice didattica Scuola Holden), Franco Siddi (Presidente Confindustria RadioTv). Si continua con Le Capitali della Cultura: le legacy del domani (ore 12) e si alternano le testimonianze di Emilio Del Bono (Sindaco di Brescia), Giorgio Gori (Sindaco di Bergamo) e Agostino Riitano (Direttore Procida 2022), cui fa seguito (ore 12,30) Tra pubblico e privato: lo stato dell’industria culturale italiana nel quale intervengono Luigi Abete (Presidente Associazione Imprese Culturali e Creative) e Massimo Osanna (Direttore Generale Musei). La mattina si conclude (ore 12,50) con Arte e media: le voci della cultura (ore 12) e ne parlano Stefano Aversa (Presidente Fondazione Bocelli), Piero Maranghi (Editore Classica TV), Federico Silvestri (Direttore Generale Radio 24) e Massimiliano Tonelli (Direttore Artribune).

Costruire il patrimonio culturale del domani

Il secondo grande tema da affrontare è Costruire il patrimonio culturale del domani, che si declina anche qui in casi specifici. Si comincia con I musei italiani tra conservazione e innovatività: le radici del futuro (ore 14,30) e i relatori sono Evelina Christillin (Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie), Carolyn Christov-Bakargiev (Dire