Stefano Lucchini: no a Profumo, sì a Passera; Guzzetti imperfetti per Tremonti; Boschetti senza Cantarella; Scaroni come Tatò: via con Wind... (DagoSpia)
1 – Movimenti e nomine romane. Dopo Tatò e Testa ha gettato la spugna anche il responsabile relazioni esterne, Stefano Lucchini, risucchiato a Milano da IntesaBci dove da un mese si è insediato Corrado Passera che arrivava dalle Poste. Lucchini è stato l’invano oggetto del desiderio da parte dell’Unicredito di Alessandro Profumo, che sta cercando un nuovo capo delle relazioni esterne da piazzare al posto di Vittorio Borrelli.
E anche alle Poste ci sono movimenti: si sta cercando un nuovo capo ufficio stampa, visto che l’attuale, Gianfranco De Marchi, sarà destinato ad altri incarichi all’interno del gruppo. E il nome che viene fatto più spesso è quello di Gianluca Comin, capo ufficio stampa di Telecom Italia e uomo di Enrico Bondi (l’amministratore delegato di Telecom che potrebbe andare a guidare Hdp). Il quale, se non va alle Poste, potrebbe finire all’Enel. Quel che è certo è che da Telecom Comin andrà via (sono circa due mesi che la società di selezione Egon Zender sta facendo girare il suo curriculum).
2 – A chi serve Giuseppe Guzzetti? Non è mai stato praticamente interpellato da Tremonti sulla riforma delle Fondazioni. Guzzetti è a capo dell’Acri (nonché della Cariplo), l’associazione che in teoria dovrebbe tutelare gli interessi delle fondazioni bancarie.Ebbene, dopo che all’inizio dell’anno aveva ricevuto generiche assicurazioni di essere interpellato sulle questioni legate alla riforma in particolare per quanto riguarda la messa a punto dei regolamenti, poi non è mai stato fatto arrivare neppure nelle vicinanze di via XX settembre e in Acri c’è chi sta meditando di tutelarsi in proprio, anche per risparmiare i soldi di costose quanto inutili campagne di relazioni pubbliche.
3 – A dispetto delle voci sempre più allarmanti, il capo della Fiat Auto Giancarlo Boschetti, questa mattina a Milano,alla presentazione della Lancia Thesis, era tutto pimpante. Ormai ha preso in mano le redini del gioco. E gira voce che la stanza di Boschetti sia off-limits per Paolo Cantarella.
4 – Sono bastati appena una dozzina di giorni per Paolo Scaroni, neo ad dell’Enel, per convincersi che non è il caso di vendere Wind, tanto agognata da Colaninno. Non perché si difficile venderla, ma perché è convinto che il futuro dell’Enel sia quello tracciato da Tatò: espandersi nella telefonia anziché nel core business dell’elettricità.