Vecchi tempi e nuove sfide mega raduno degli ex luissini (E Polis Roma)
Amarcord. Alla prima riunione collettiva dei laureati dal 1967 hanno aderito in 850
Come gli ex compagni di scuola del film di Verdone, qualcuno non è stato riconosciuto, qualcun altro è diventato “snob”, c’è chi ha perso i capelli. Molti si sono divertiti a sfottere i vecchi amici, sfoggiando l’orgoglio di “casta”, in nome di quella reputazione di cui l’Università della Confindustria, la Luiss, va fiera. Alla prima riunione collettiva degli ex laureati, dal 1967, anno di fondazione, hanno aderito in 850 su almeno 10mila. Riuniti, per volontà del direttore generale Pierluigi Celli e del nuovo rettore, Massimo Egidi, non tanto per scambiarsi i ricordi, in nome dei vecchi tempi, quanto perchè, si sa, l’unione fa la forza, anche in nome del business. Riuniti in un vero e proprio network (Ali) di stampo bocconiano. Già, quei laureati milanesi, supersecchioni concorrente e anche un po’ “stronzetti”, apostrofati così in tono affettuoso durante la tavola rotonda, coordinata dal conduttore di Ballarò, Giovanni Floris, dal vicepresidente della Zecca di Stato, Giovanni Fiori, tutti luissini doc. Un marchio di fabbrica “adatto anche per i laureati Luiss comunque”, sottolinea Floris, “quando si tratta di farsi valere sul lavoro in modo franco”, “ma anche credibile e competente”, ha aggiunto Elisabetta Belloni, capo unità di crisi della Farnesina, manco a dirlo “made in Luiss” pure lei. Dall’ad del gruppo Toyota Motor Italia, Massimo Nordio, e dall’ex “secchione”, ora capo delle relazioni istituzionali dell’Eni, Stefano Lucchini, tra le risate della sala è venuto fuori l’aneddoto di quando ci si arrampicava dalle finestre dell’aula 23 per scivolare nella sala e prendere la presenza. Acqua ne è passata sotto i ponti. La “reunion” è stata fatta appunto per non perdersi di vista e per ravvivare le radici del nome Luiss, acronimo di Libera Università Internazionale Studi Sociali, in nome soprattutto “del recupero dell’internazionalità”, sottolinea Brunetto Tini, presidente di Tecnopolo alla guida della Associazione Laureati Luiss. Vero è che in America gli ex alunni sostengono le Università con donazioni pari a 300 miliardi di dollari. Poi certo, se ci si conosce ci si fida di più, e quando si assume qualcuno, si preferisce che quel qualcuno sia “fidato”.
Emanuela Lancianese