Niente di più facile, niente di più difficile: è la comunicazione (Specchio Economico)

Un manuale per capire la comunicazione d’azienda e le dinamiche legate ai media attraverso l’esperienza di due comunicatori.

“L’informazione è uno specchio deformante del mondo che, tra i fatti quotidiani, sceglie quelli che spiccano nel mare magno della normalità”. Scelgono queste parole i due autori di “Niente di più facile, niente di più difficile” per esprimere quello che è il concetto sotteso nell’intero volume: comunicare è pericoloso. Niente di più facile, poichè è in natura il linguaggio e la socialità; niente di più difficile, poichè si rischia di strumentalizzare o di divenire strumenti. Ma è finita l’epoca del comunicatore considerato alla stegua di un manipolatore subliminale: non è più tempo, lo è scritto anche qui, per i “persuasori occulti”. Oggi comunicare è un’attività puntuale che richiede tecnica, competenze specifiche, esperienza. Hanno queste doti i due comunicatori Stefano Lucchini e Gianni Di Giovanni i quali, legati da un comune denominatore – l’attenzione dedicata al mondo accademico quale opportunità per trasferire le competenze acquisite nel mondo del lavoro alle giovani generazioni – pubblicano con la Fausto Lupetti Editore questa guida, anzi un “manuale (pratico) per la comunicazione”, che ha il merito di essere utile e con un taglio marcatamente pratico. Vi fanno confluire una lunga esperienza di comunicatori in aziende italiane di primissimo livello, in particolare nell’Eni, dove i due autori lavorano dal 2005, Lucchini in qualità di direttore delle relazioni istituzionali e comunicazione, Di Giovanni nel ruolo di responsabile della comunicazione esterna del Gruppo. Prima di oggi Lucchini ha lavorato tra Washington e New York come responsabile della Comunicazione, quindi per Enel, Confindustria e Gruppo Banca Intesa; attualmente è commendatore della Repubblica, docente dell’Alta Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano e visiting fellow presso l’Università di Oxford. Di Giovanni è stato direttore delle Relazioni Esterne della Stet International, muovendosi per il Sud America, l’Europa dell’Est, l’India e la Cina, lavorando per Tim, Telecom Italia e Wind nel momento del boom delle telecomunicazioni. Oggi è docente di un master organizzato dalla Facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano e collabora con la cattedra di Sociologia delle Comunicazioni di massa dell’Università Sapienza di Roma. Ricco di analisi e di consigli, il manuale analizza i media tradizionali senza trascurare i nuovi, che stanno profondamente cambiando il mondo della comunicazione. Con la premessa di Ferruccio De Bortoli (“Confondere il ruoloo dei comunicatori con quello dei giornalisti è un grave errore”), parte dalla base,ossia da quei principi della comunicazione che sono dati per scontati, anzi, a tutti gli effetti da un momento prodromico e sottovalutato: cosa chiedersi “prima” di comunicare. Sei cose: chi comunica, cosa dire, attraverso quale canale, a chi, con quale effetto, dove e quando. “La comunicazione umana è flessibile e, paradossalmente, questa sua flessibilità ne è anche il limite”. Altro elemento rivelante l’identità. Essa va, per gli autori, di pari passo con la reputazione aziendale, un Dna di cui tutta l’attività comunicativa deve essere permeata, dallo stile alle modalità di interagire con i media e con le istituzioni, dalle sponsorizzazioni alla pubblicità, dal sito internet al marketing diretto, dalla comunicazione istituzionale a quella commerciale. “Per reputazione aziendale si intendono quei valori morali che rendono riconoscibile un’azienda”, è la chiave. Da qui alla comunicazione di parte, da quella dell’azienda oeprata dall’ufficio stampa a quella giornalistica, operata dai media. Cosa distingue la notizia dal rumore di fondo? Quali sono i principi di riferimento nel regno dell’informazione? Da dove arrivano le notizie? Chi sono e come lavorano i media italiani? Chi controlla i media e come questi ultimi si relazionano alle aziende? Si può mentire? Si passa per la rete, si parla di Google e di motori di ricerca, si fa cenno a YouTube e ai nuovi strumenti mediatici con le ricadute anche nel settore dell’ideazione degli eventi. Un caso citato, di fortissimo impatto mediatico, è il talk-show – in diretta web – concepito per lanciare la Campagna Nazionale di Efficienza Energetica Eni30percento.